RACCOMANDATA a/r anticipata per fax

 

Giovanna Nigris
… omissis …

URGENTE

 
DIRETTORE GENERALE CARITAS Italiana
DON FRANCESCO SODDU
Via Aurelia 796
00165 - Roma
fax (+39) 06 66177602
segreteria@caritas.it
 

e lettera aperta a tutti gli interessati
 

·  La Sottoscritta  Nigris Giovanna, pensionata, nata a … omissis ….  per via di ostilità continue ricevute da ammalata grave e disabile grave e constatando di persona che le intemperanze di certe insospettabili soggetti sono più forti della razionalità e del briciolo-rimasuglio di civiltà rimasta nell’area del nord est d’Italia, invia copia della presente Raccomandata a tutte le persone interessate a poterla aiutare a combattere l’eccesso di potere di certi funzionari dipendenti dello Stato, in una situazione di particolare indigenza

                                                      Premesso che:
 

• La Sottoscritta, dopo essere stata riconosciuta inabile a qualsiasi proficuo lavoro dal   Collegio Medico di Milano e per questo collocata in quiescenza, in data 17 agosto 2006, fu riconosciuta Invalida con Totale e Permanente inabilità lavorativa (artt.2 e 12 legge 118/71):100% dal Collegio Medico della ASL di Milano, Distretto n. 3 Via Ricordi di Milano in data 17 agosto 2006;

• è stata altresì riconosciuta “PORTATORE DI HANDICAP IN SITUAZIONE DI GRAVITA’ ai sensi dell’art. 4 della legge 05 febbraio 1992 n. 104, (COMMA 3 ART. 3) dalla Commissione Medica di Tolmezzo (UD) – FRIULI VENEZIA GIULIA in data 22 settembre 2011;

• essendo impedita notevolmente nelle capacità motorie/deambulatorie, deve dipendere dai continui aiuti di terzi;

• ha un inquadramento diagnostico di dolori diffusi, con artralgie a polsi, caviglie, spalle e schiena con riacutizzazioni e remissione dolori a carattere infiammatorio con parestesie diffuse con aftosi orale ricorrente e cefalea, in quanto affetta da Malattia rara di Behcet – BPCO – tireotossicosi, tiroidite autoimmune – Morbo di Basedow - pregressa TBC con localizzazione pericardica e renale – ipertensione arteriosa – insufficienza mitralica e tricuspidale – extrasistolia – iperuricemia - infezioni urinarie ricorrenti - litiasi della colecisti – sofferenza cerebrale e cerebellare vascolare cronica – esofagite da reflusso;

• è portatrice di un quadro di poliartrosi ed osteoporosi diffuso con alluce valgo bilaterale con enteropatia sottocalcaneare dell’aponeurosi plantare dx con cedimento dell’arco plantare e dita a griffe, con gonalgia bilaterale da gonartrosi e spalla dx limitata nei movimenti, ridotti e dolenti su tutti i piani e segni clinici di sofferenza della cuffia dei rotatori, con caduta di oggetti dalle mani;

• la marcia avviene solo a doppio appoggio ed è sostenuta da accompagnatore in quanto anche paraparetoatassica – per questo ha difficoltà anche a eseguire piccoli passi per sbandamento e dolori diffusi agli arti inferiori con ipertono all’arto inferiore dx e parestesie;

• l’appoggio della deambulazione avviene con girello, ma con conseguente dolore alla spalla;

• è portatrice di rachidea (già valutata in Unità spinale), e patologia ORL con vertigini da iperfunzionalità del sistema somatosensoriale con deficit vestibolare centrale e periferico e patologia neurologica con atassia del tronco, per questo la paziente può spostarsi solo in sicurezza con l’uso della carrozzella, col deambulatore a brevi tratti e con sostegno di personale di assistenza;

• è in ossigenoterapia a permanenza per dispnea da sforzo a bassa soglia e con respiratore elettrico automatico per la notte (CPAP);

• “l’art. 2 della Costituzione, dopo avere solennemente affermato che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, dispone che questa deve richiedere ai suoi cittadini l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”;

• Il comma 3 della dichiarazione 19 dicembre 1975 dell’Organizzazione delle Nazioni Unite così recita: l’handicappato ha diritto connaturato al rispetto della sua dignità umana. L’handicappato, quali siano l’origine, la natura e la gravità delle sue difficoltà e deficienze, ha gli stessi diritti fondamentali dei suoi concittadini di pari età, il che comporta come primo e principale diritto quello di godere di una vita decente altrettanto normale e ricca quanto più è possibile.”

• Il Codice delle leggi per disabili 5 febbraio 1992 n. 104, al punto (A) intitolato “Diritti e doveri, spiega le ragioni di una specifica tutela dei soggetti che, in quanto portatori di handicap, si presentano in condizioni di sfavore rispetto allo standard ritenuto normale sotto il profilo fisico e psichico, muovono dall’esigenza di assicurare a costoro il diritto a superare, con l’aiuto di tutti, la loro disuguaglianza”;

• ora in pari tempo di validità di tali disposizioni, è tuttavia inaccettabile che la paziente venga, senza soluzione di continuità, anche maltrattata, derisa e schernita, come vedremo più avanti, in Alto Friuli ove risiede da una schiera di persone che, al contrario, mentre, in ossequio delle disposizioni di legge, dovrebbero capirla, aiutarla, sostenerla, le fanno subire una sorta di incosciente e immotivata litigiosità;

• la Comparente, essendo affetta dalla malattia rara di Behcet è tutt’ora in cura presso i centri più specializzati di reumatologia, immunologia, allergologia ed endocrinologia di Milano, per tale ragione e come salva vita, con partenza dall’Alto Friuli ove abita, deve periodicamente sostenere costi di viaggio e di soggiorno a Milano, spese che vanno ad aggiungersi a tutte quelle già sostenute per l’acquisto di farmaci e pagamento e dei ticket non dispensati dai S.S.N.;

• l’Esponente vive in una casa in affitto, non è proprietaria di immobili e l’unico suo reddito è la poca pensione mensile da lavoratrice dipendente, la quale pensione però in parte le è stata pignorata per il pagamento delle spese legali in giudizio, (malattia per causa di servizio) e un’altra parte di detta pensione viene anch’essa trattenuta alla fonte per restituire un prestito finanziario, del quale a suo tempo ebbe estrema necessità per cercare di curarsi al meglio i postumi della pregressa TBC e potersi comprare una utilitaria per gli indispensabili suoi spostamenti;

l’Esponente, avendo da tempo raggiunto una situazione debitoria col massimo scoperto del fido bancario presso la banca, ove le viene mensilmente versata la pensione, anche a causa delle gravose e continue spese mediche farmacologiche, ha cercato di farsi aiutare dal servizio Caritas di Villa Santina (UD) ove risiede, ma in questo luogo ove sembrerebbe che come referente del parroco della chiesa del paese, abbia il potere della distribuzione alimentare ai bisognosi la consorte del Sindaco del paese, (il giorno 21 ottobre 2016 quest’ultima ha gentilmente chiesto alla signora Nigris che venga aggiunto che le referenti di detto sacerdote sono in tre; pedissequamente per completa chiarezza e rispetto viene trascritto anche questo) ha avuto la grave sfortuna di essere maltrattata nei seguenti modi: - malgrado che l’Esponente abbia messo a conoscenza tale Servizio di aiuto alimentare, che, a causa della malattia rara di Behcet, è divenuta intollerante al glutine e non può alimentarsi con la pasta comune, ogni volta le viene proposto se vuole la pasta normale (con glutine), senza MAI farle trovare come a tutti gli altri la pasta che il soggetto bisognoso può assumere;

• essendo per le sue patologie di cui in epigrafe, intollerante anche al latte e derivati non può alimentarsi pure di tali alimenti;

• le viene riferito che oltre alle donazioni alimentari che offre spontaneamente la gente per i soggetti bisognosi, la Caritas compra degli alimenti complementari, ignorando completamente e da parecchi mesi l’Esponente e la sua diversa, indispensabile e resa nota intolleranza al glutine;

• quattro o cinque volte, la signora Nigris NON si è recata al Servizio Caritas di Villa Santina e si è servita con accompagnatore di quello organizzato in Tolmezzo (quindi senza abusare, usufruendo di due servizi a settimana, come invece è stata inspiegabilmente incolpata di avere fatto);

• dopo essere stata a Milano per più di un mese e quindi assente per cure, al ritorno in Carnia, poiché era il giorno della distribuzione dei prodotti alimentari di prima necessità si fece accompagnare al Servizio della Caritas di Tolmezzo dall’accompagnatore e infermiere, ma una signora addetta alla distribuzione degli alimenti, nel vedere la Nigris, andò in escandescenza, accusando ingiustamente e in malo modo la stessa di avere contemporaneamente usufruito di due servizi analoghi in una stessa settimana e quindi pure quello del servizio della Caritas di Villa Santina. Tale maltrattamento allucinante si è pacificamente verificato, pur essendo la signora addetta alla Caritas stata messa correttamente a conoscenza anche dall’accompagnatore infermiere che tale accusa era iniqua, perfino alla luce del fatto che la Nigris proveniva da Milano per cure ed era stata assente dal Friuli v.g. per più di un mese;

• anche dopo tale inequivocabile quanto verificabile chiarimento, la stessa signora della Caritas, continuava a non sentire ragioni e come se vi fosse in corso una vera e propria TORTURA PSICOLOGICA, inveiva lo stesso con vistosa intemperanza fino a chiamare col cellulare il Parroco della Chiesa, il quale precipitatosi subito sul posto ha cacciato perentoriamente dal locale l’ Esponente, asserendo, a suo dire, che essa di aiuto non ne ha bisogno, (alla domanda dell’accompagnatore – infermiere, su chi ha potuto insinuare una così vergognosa falsità, il Parroco rispose che la fonte dell’informazione gli era giunta dal paese di Ampezzo (luogo questo, ove erano originari e vivevano gli antenati della signora Nigris);

• una volta cacciati dalla Caritas di Tolmezzo la Nigris si è sentita male per il maltrattamento ricevuto;

• sia l’Esponente (traumatizzata) che il suo accompagnatore infermiere si sono trovati pienamente concordi nell’ammettere che la Caritas di Tolmezzo, attraverso una parte sadica e perversa, non è stata fatta per nulla apparire come un AMBIENTE SANO E RELIGIOSO, ma manifestamente di ben altra appartenenza, come fosse dell’estremo contrario nel vero senso profondo di tale espressione;

• quando a una persona cardiopatica viene fatto subire uno choc così, si comprende benissimo che l’unica legge riconosciuta, anche in quel preciso episodio, è quella del più forte, in quel caso non ci sono più freni al sopruso e alla violenza, sia pure solo verbale, non c’è la possibilità di percepire il male come male;

• “La colpa, in senso tecnico – giuridico, consiste in un comportamento cosciente dell’agente che, sia pure senza volontà di recare danno ad altri, sia causa di un evento lesivo per negligenza, imprudenza, imperizia ovvero per inosservanza di regole e norme di condotta” Cass. 17.12.73 n. 3420;

• “nel’ambito di questa tecnica definitoria che supplisce il vuoto legislativo del codice civile, si può sottolineare a più riprese, sia la necessità della colpa quale requisito psicologico per valutare come illecito un comportamento causativo di danno ingiusto, sia il fatto che la colpa può essere anche generica …”;

• la sottoscritta ha tentato di fare comunicare per telefono alla Caritas Centrale provinciale di Udine quanto sopra di vergognoso le è accaduto e per questo, a telefonata effettuata, è stato risposto dalla suddetta Caritas che avrebbero chiamato e fissato un appuntamento, per potere informare con un colloquio il direttore o il suo vice dei fatti gravi accaduti, ma inspiegabilmente di questi signori o per loro conto non si è ricevuta nessuna telefonata;

• la Comparente crede che la nostra religione cristiana, cattolica e la Chiesa dovrebbero avere il dovere di immergersi in questi fatti, fino a prendersi l’impegno concreto di risolvere anche questa nuova forma di violenza manifesta.

• L’Esponente e non solo lei ha immaginato che lo sguardo di un sacerdote deve essere aperto per abbracciare pienamente tutto il contenuto di una traversia, di una disgrazia, per vedere gli uomini, quali sono, per sapere quali siano le circostanze e quali i rapporti, e quali esigenze devono venire assolutamente prese in considerazione, (questo comportamento corretto deve però tenersi libero da tutto ciò che può offuscarlo, impedirlo e distrarlo);

• se nella malaugurata e non creduta ipotesi che ognuno del Clero, informato dei fatti, si rendesse assente, irreperibile, nascondendosi, acconsentendo ai maltrattamenti verso chi, come abbiamo visto, è malato grave e disabile grave, al limite potrebbe perfino fare sembrare che Dio non esiste più di fatto nei loro cuori, nella loro mente, nel loro ambiente;

• il vero rapporto morale con la gente è qualcosa di immenso e giunge fino a Dio;
• c’è qualcosa di inesprimibile e grande, senza essere preti, nella consapevolezza di essere dei veri ambasciatori del bene e quindi anche come esecutori della Sacra Missione di Dio;

• se noi tutti abbiamo sul serio una religione luminosa, dolce, sincera, leale, a maggior ragione, dovremmo vedere la stessa cosa nei servi di Dio, tanto da vedere cercare di dominare il male, che oggi sempre più dilaga anche nei poteri economici e in quelli politici;

• se oggi il Dio che si mostra è il denaro, con collegata la superbia sia del potere politico che di quello economico, che senso ha il sentire parlare certi soggetti di religione e di Dio?

• tutto ciò è accaduto anche se l’Esponente aveva manifestato la simpatia e ferma volontà di potere andare definitivamente e solamente alla Caritas di Tolmezzo, per risparmiarsi umiliazioni, maltrattamenti e derisioni per il fatto di vedersi sempre offrire degli alimenti che lei non può ingerire, perché come cibo risulta intollerante: il risultato come abbiamo visto, è stato allucinante;

• Ogni volta dal Servizio Caritas di Villa Santina l’Esponente si sente sempre dire che mancano pasta e biscotti senza glutine, che spesso manca l’olio, manca perfino il caffè (prodotto che funge anche da cardiotonico), manca il sapone per la lavatrice e infine per esempio, con un paio di scatolette piccole (tonno e carne), una scatoletta di pomodori, una di piselli e qualche piccola patata della grandezza che somiglia più a quella delle noci e con anche qualche mela, per l’Esponente l’aiuto per una settimana intera è più o meno concluso;

• La Nigris, presa da sbalordimento e profondo sconforto, si è rivolta anche all’Assistente sociale dell’Alto Friuli di Tolmezzo per avere un rimborso delle spese di viaggio e soggiorno a Milano per controllo e monitoraggio delle diverse terapie farmacologiche salvavita per la malattia rara di Behcet che coinvolge parecchi organi del corpo e per avere una migliore qualità della vita con un sempre ottimo aggiornamento delle cure mediche, ma per tutta risposta anche dall’assistente sociale l’Esponente è stata perfino derisa con sarcasmo, pure davanti all’accompagnatore con la seguente espressione: “lei non ha bisogno di aiuto, i soldi li ha”;

• vi è di più, difatti altrettanto inqualificabile è il riscontro che l’assistente sociale dei Servizi sociali di Tolmezzo che hanno preso in carico la Nigris da anni, allo stato attuale, è da quasi un anno che è completamente sparita (sia lei che qualsiasi sua sostituta), senza mai offrire una parola di conforto e senza mai chiedere all’Esponente che non ha né familiari né parenti vicini, come sta, se ha bisogno di qualcosa o di altro. Questo accade sistematicamente come se contro la stessa ci fosse avversione, rigetto e intolleranza nello svolgimento deontologico del proprio ruolo e dei doveri di assistente sociale;

• altro maltrattamento la comparente lo ha più di una volta subito da un vigile della Polizia Municipale di Villa Santina, ma per questo per brevità si veda la cronaca documentata al seguente link: http://carniaeombre.altervista.org/carnia_e_disabili.html 

• inoltre, a causa dei maltrattamenti e derisioni da parte di terzi, l’Esponente ha accertato la contrazione di una propria forma di sconcerto di essere moralmente giù di tono e con disgusto e abbattimento morale, perché non vengono a sufficienza considerate le sue primarie necessità per vivere una vita dignitosa e potersi curare con la meritata serenità;

• in tutta questa fase di ingiustizie manifeste, anche se mostrate diverse da persona a persona, può essere oltremodo utile riflettere sulle esperienze di rifiuto e di derisione, anche solo sentendosi dire con canzonatura: “lei non ha bisogno”;

• una espressione che a chi ha perfino una parte della pensione pignorata, pesa come un macigno; è come se la vittima dell’eccesso di potere, deve essere degradata nel diritto, nella dignità, affinché le malvagità e le falsità possano potersi nascondere meglio: è una spiegazione non priva di logica, ma che nella fattispecie grida seriamente giustizia al cielo;

• ciò si spiega con l’intento legislativo di perseguire, in ogni caso, il particolare contenuto di disvalore morale e sociale della condotta di maltrattamento e derisione verso chi si trova indifeso e in situazioni di inferiorità per la sofferenza di essere portatrice di handicap e di patologie multiple;

• se le cose stanno così, se non c’è rispetto neppure per chi è un soggetto, solo, ammalato grave e disabile grave, se non vogliamo che tutto, ma proprio tutto il progresso e la civiltà vadano perdute, il compito morale, non è quello dell’inerzia, quello di fingere di non sapere, quello di nascondersi dinnanzi ai problemi che non ci toccano, ma consiste nello sviluppo della fantasia morale fino al punto di vincere e superare il “dislivello” e di adeguare la capacità e l’elasticità della nostra sensibilità intellettuale alle dimensioni della grandezza dei problemi dei nostri connazionali e non solo;

• in questo ultimo punto, indipendentemente dalla nozione legale o giuridica della incapacità di poter essere autosufficiente, i soggetti che praticano gli eccessi di potere, forti del fatto che hanno davanti una persona più debole, in quanto cagionevole in salute ( e quindi ci si può facilmente arrogare il diritto di potere maltrattare il soggetto) dovrebbero essere fermati in primo luogo da chi si dichiara servo di Dio, ma, come abbiamo visto, ci siamo trovati negli antipodi della cristianità;

• l’Esponente ritiene che sia di estrema importanza il porre l’accento sugli aspetti di ordine metodologico, ossia modificare un assetto cancrenoso, stabilizzato da tempo che non significa infatti solo cambiare una vecchia cornice, bensì avere il coraggio, che oggi a troppi manca, di entrare nel vivo dei problemi, di ordine relazionale con i propri connazionali;

• anche il “sacerdote” di Villa Santina (che in Basilica di Sant’Antonio a Padova, un frate ha detto che lui (il sacerdote suddetto), dice che è un sacerdote ma invece dovrebbe dire che è un frate dell’Ordine della Basilica anzidetta). Il fatto che sia vero oppure no, sono comunque affari suoi. A prescindere, comunque c’è però da dire che da anni non va neppure a benedire la casa della Comparente nel periodo natalizio, come se la stessa signora Nigris non esistesse in paese (questi comunque non sono solo affari suoi). Quesito: anche questo comportamento enigmatico fa parte della Carità cristiana e della Divina Provvidenza?
Chiede:

• che l’Esponente non venga più maltrattata e derisa perfino con la vergognosa espressione che essa non ha bisogno di aiuto, perché questo falso attributo si trova in radicale contrasto con la verità sostanziale della stessa;

• di non essere ancora maltrattata a causa della estrema necessità di dovere chiedere degli alimenti;

•  di potere usufruire del servizio della Caritas di un altro paese vicino a Villa Santina, ove né il suddetto sacerdote, né la moglie del Sindaco in veste di referente operativa responsabile (unitamente alle sue due asserite aiutanti omologhe, che è stato detto essere loro le persone in tale veste responsabili materiali nella distribuzione delle derrate che distribuisce la Caritas di Villa Santina), abbiano la possibilità di esercitare o verosimilmente fare praticare anche ad altri condizioni legate ad asserita penuria alimentare sopra menzionate e quindi dalla scrivente patite e sopra descritte. Sorprende parecchio e fa riflettere anche il fatto che da fonte autorevole certa si è saputo che la Caritas della Carnia miracolosamente non ha problemi impeditiviper pagare i ticket delle medicine agli extracomunitari e il pagamento viene praticato e assicurato, ma non ci sono i sufficienti fondi per aiutare una cittadina italiana, donna sola, contribuente da una vita, ammalata e disabile grave di una malattia rara (malattia di Behcet) anche solo con un più equo aiuto alimentare. Lampante, pratica e più eloquente la vera spiegazione: indisposizione insolente verso l’esponente.



Con rispettosi saluti.

                                                                    Nigris Giovanna


Villa Santina, 2 settembre 2016


P.S. Se il caso clinico, sotto l’aspetto delle malattie elencate in epigrafe, creasse dei dubbi, l’Esponente per la massima chiarezza, fornisce il nominativo del medico di base dell’A.S.S., persona che si è sempre dimostrata correttissima con l’Esponente, sia come medico sia come uomo. Nominativo: Dott. ... Omssis

 

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