• La Sottoscritta, dopo
essere stata riconosciuta inabile a qualsiasi proficuo lavoro
dal Collegio Medico di Milano e per questo collocata
in quiescenza, in data 17 agosto 2006, fu riconosciuta Invalida
con Totale e Permanente inabilità lavorativa (artt.2 e 12 legge
118/71):100% dal Collegio Medico della ASL di Milano, Distretto
n. 3 Via Ricordi di Milano in data 17 agosto 2006;
• è stata altresì riconosciuta “PORTATORE DI HANDICAP IN
SITUAZIONE DI GRAVITA’ ai sensi dell’art. 4 della legge 05
febbraio 1992 n. 104, (COMMA 3 ART. 3) dalla Commissione Medica
di Tolmezzo (UD) – FRIULI VENEZIA GIULIA in data 22 settembre
2011;
• essendo impedita notevolmente nelle capacità motorie/deambulatorie,
deve dipendere dai continui aiuti di terzi;
• ha un inquadramento diagnostico di dolori diffusi, con
artralgie a polsi, caviglie, spalle e schiena con
riacutizzazioni e remissione dolori a carattere infiammatorio
con parestesie diffuse con aftosi orale ricorrente e cefalea, in
quanto affetta da Malattia rara di Behcet – BPCO –
tireotossicosi, tiroidite autoimmune – Morbo di Basedow -
pregressa TBC con localizzazione pericardica e renale –
ipertensione arteriosa – insufficienza mitralica e tricuspidale
– extrasistolia – iperuricemia - infezioni urinarie ricorrenti -
litiasi della colecisti – sofferenza cerebrale e cerebellare
vascolare cronica – esofagite da reflusso;
• è portatrice di un quadro di poliartrosi ed osteoporosi
diffuso con alluce valgo bilaterale con enteropatia
sottocalcaneare dell’aponeurosi plantare dx con cedimento
dell’arco plantare e dita a griffe, con gonalgia bilaterale da
gonartrosi e spalla dx limitata nei movimenti, ridotti e dolenti
su tutti i piani e segni clinici di sofferenza della cuffia dei
rotatori, con caduta di oggetti dalle mani;
• la marcia avviene solo a doppio appoggio ed è sostenuta da
accompagnatore in quanto anche paraparetoatassica – per questo
ha difficoltà anche a eseguire piccoli passi per sbandamento e
dolori diffusi agli arti inferiori con ipertono all’arto
inferiore dx e parestesie;
• l’appoggio della deambulazione avviene con girello, ma con
conseguente dolore alla spalla;
• è portatrice di rachidea (già valutata in Unità spinale), e
patologia ORL con vertigini da iperfunzionalità del sistema
somatosensoriale con deficit vestibolare centrale e periferico e
patologia neurologica con atassia del tronco, per questo la
paziente può spostarsi solo in sicurezza con l’uso della
carrozzella, col deambulatore a brevi tratti e con sostegno di
personale di assistenza;
• è in ossigenoterapia a permanenza per dispnea da sforzo a
bassa soglia e con respiratore elettrico automatico per la notte
(CPAP);
• “l’art. 2 della Costituzione, dopo avere solennemente
affermato che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti
inviolabili dell’uomo, dispone che questa deve richiedere ai
suoi cittadini l’adempimento dei doveri inderogabili di
solidarietà politica, economica e sociale”;
• Il comma 3 della dichiarazione 19 dicembre 1975
dell’Organizzazione delle Nazioni Unite così recita:
l’handicappato ha diritto connaturato al rispetto della sua
dignità umana. L’handicappato, quali siano l’origine, la natura
e la gravità delle sue difficoltà e deficienze, ha gli stessi
diritti fondamentali dei suoi concittadini di pari età, il che
comporta come primo e principale diritto quello di godere di una
vita decente altrettanto normale e ricca quanto più è
possibile.”
• Il Codice delle leggi per disabili 5 febbraio 1992 n. 104, al
punto (A) intitolato “Diritti e doveri, spiega le ragioni di una
specifica tutela dei soggetti che, in quanto portatori di
handicap, si presentano in condizioni di sfavore rispetto allo
standard ritenuto normale sotto il profilo fisico e psichico,
muovono dall’esigenza di assicurare a costoro il diritto a
superare, con l’aiuto di tutti, la loro disuguaglianza”;
• ora in pari tempo di validità di tali disposizioni, è tuttavia
inaccettabile che la paziente venga, senza soluzione di
continuità, anche maltrattata, derisa e schernita, come vedremo
più avanti, in Alto Friuli ove risiede da una schiera di persone
che, al contrario, mentre, in ossequio delle disposizioni di
legge, dovrebbero capirla, aiutarla, sostenerla, le fanno subire
una sorta di incosciente e immotivata litigiosità;
• la Comparente, essendo affetta dalla malattia rara di Behcet è
tutt’ora in cura presso i centri più specializzati di
reumatologia, immunologia, allergologia ed endocrinologia di
Milano, per tale ragione e come salva vita, con partenza
dall’Alto Friuli ove abita, deve periodicamente sostenere costi
di viaggio e di soggiorno a Milano, spese che vanno ad
aggiungersi a tutte quelle già sostenute per l’acquisto di
farmaci e pagamento e dei ticket non dispensati dai S.S.N.;
• l’Esponente vive in una casa in affitto, non è proprietaria di
immobili e l’unico suo reddito è la poca pensione mensile da
lavoratrice dipendente, la quale pensione però in parte le è
stata pignorata per il pagamento delle spese legali in giudizio,
(malattia per causa di servizio) e un’altra parte di detta
pensione viene anch’essa trattenuta alla fonte per restituire un
prestito finanziario, del quale a suo tempo ebbe estrema
necessità per cercare di curarsi al meglio i postumi della
pregressa TBC e potersi comprare una utilitaria per gli
indispensabili suoi spostamenti;
•
l’Esponente,
avendo da tempo raggiunto una situazione debitoria col massimo
scoperto del fido bancario presso la banca, ove le viene
mensilmente versata la pensione, anche a causa delle gravose e
continue spese mediche farmacologiche, ha cercato di farsi
aiutare dal servizio Caritas di Villa Santina (UD) ove risiede,
ma in questo luogo ove sembrerebbe che come referente del
parroco della chiesa del paese, abbia il potere della
distribuzione alimentare ai bisognosi la consorte del Sindaco
del paese, (il giorno 21 ottobre 2016 quest’ultima ha
gentilmente chiesto alla signora Nigris che venga aggiunto che
le referenti di detto sacerdote sono in tre; pedissequamente per
completa chiarezza e rispetto viene trascritto anche questo)
ha avuto la grave sfortuna di essere maltrattata nei seguenti
modi: - malgrado che l’Esponente abbia messo a conoscenza tale
Servizio di aiuto alimentare, che, a causa della malattia rara
di Behcet, è divenuta intollerante al glutine e non può
alimentarsi con la pasta comune, ogni volta le viene proposto se
vuole la pasta normale (con glutine), senza MAI farle trovare
come a tutti gli altri la pasta che il soggetto bisognoso può
assumere;
• essendo per le sue patologie di cui in epigrafe, intollerante
anche al latte e derivati non può alimentarsi pure di tali
alimenti;
• le viene riferito che oltre alle donazioni alimentari che
offre spontaneamente la gente per i soggetti bisognosi, la
Caritas compra degli alimenti complementari, ignorando
completamente e da parecchi mesi l’Esponente e la sua diversa,
indispensabile e resa nota intolleranza al glutine;
• quattro o cinque volte, la signora Nigris NON si è recata al
Servizio Caritas di Villa Santina e si è servita con
accompagnatore di quello organizzato in Tolmezzo (quindi senza
abusare, usufruendo di due servizi a settimana, come invece è
stata inspiegabilmente incolpata di avere fatto);
• dopo essere stata a Milano per più di un mese e quindi assente
per cure, al ritorno in Carnia, poiché era il giorno della
distribuzione dei prodotti alimentari di prima necessità si fece
accompagnare al Servizio della Caritas di Tolmezzo
dall’accompagnatore e infermiere, ma una signora addetta alla
distribuzione degli alimenti, nel vedere la Nigris, andò in
escandescenza, accusando ingiustamente e in malo modo la stessa
di avere contemporaneamente usufruito di due servizi analoghi in
una stessa settimana e quindi pure quello del servizio della
Caritas di Villa Santina. Tale maltrattamento allucinante si è
pacificamente verificato, pur essendo la signora addetta alla
Caritas stata messa correttamente a conoscenza anche
dall’accompagnatore infermiere che tale accusa era iniqua,
perfino alla luce del fatto che la Nigris proveniva da Milano
per cure ed era stata assente dal Friuli v.g. per più di un
mese;
• anche dopo tale inequivocabile quanto verificabile
chiarimento, la stessa signora della Caritas, continuava a non
sentire ragioni e come se vi fosse in corso una vera e propria
TORTURA PSICOLOGICA, inveiva lo stesso con vistosa intemperanza
fino a chiamare col cellulare il Parroco della Chiesa,
il quale precipitatosi subito sul posto ha cacciato
perentoriamente dal locale l’ Esponente, asserendo, a suo dire,
che essa di aiuto non ne ha bisogno, (alla domanda
dell’accompagnatore – infermiere, su chi ha potuto insinuare una
così vergognosa falsità, il Parroco rispose che la fonte
dell’informazione gli era giunta dal paese di Ampezzo (luogo
questo, ove erano originari e vivevano gli antenati della
signora Nigris);
• una volta cacciati dalla Caritas di Tolmezzo la Nigris si è
sentita male per il maltrattamento ricevuto;
• sia l’Esponente (traumatizzata) che il suo accompagnatore
infermiere si sono trovati pienamente concordi nell’ammettere
che la Caritas di Tolmezzo, attraverso una parte sadica e
perversa, non è stata fatta per nulla apparire come un AMBIENTE
SANO E RELIGIOSO, ma manifestamente di ben altra appartenenza,
come fosse dell’estremo contrario nel vero senso profondo di
tale espressione;
• quando a una persona cardiopatica viene fatto subire uno choc
così, si comprende benissimo che l’unica legge riconosciuta,
anche in quel preciso episodio, è quella del più forte, in quel
caso non ci sono più freni al sopruso e alla violenza, sia pure
solo verbale, non c’è la possibilità di percepire il male come
male;
• “La colpa, in senso tecnico – giuridico, consiste in un
comportamento cosciente dell’agente che, sia pure senza volontà
di recare danno ad altri, sia causa di un evento lesivo per
negligenza, imprudenza, imperizia ovvero per inosservanza di
regole e norme di condotta” Cass. 17.12.73 n. 3420;
• “nel’ambito di questa tecnica definitoria che supplisce il
vuoto legislativo del codice civile, si può sottolineare a più
riprese, sia la necessità della colpa quale requisito
psicologico per valutare come illecito un comportamento
causativo di danno ingiusto, sia il fatto che la colpa può
essere anche generica …”;
• la sottoscritta ha tentato di fare comunicare per telefono
alla Caritas Centrale provinciale di Udine quanto sopra di
vergognoso le è accaduto e per questo, a telefonata effettuata,
è stato risposto dalla suddetta Caritas che avrebbero chiamato e
fissato un appuntamento, per potere informare con un colloquio
il direttore o il suo vice dei fatti gravi accaduti, ma
inspiegabilmente di questi signori o per loro conto non si è
ricevuta nessuna telefonata;
• la Comparente crede che la nostra religione cristiana,
cattolica e la Chiesa dovrebbero avere il dovere di immergersi
in questi fatti, fino a prendersi l’impegno concreto di
risolvere anche questa nuova forma di violenza manifesta.
• L’Esponente e non solo lei ha immaginato che lo sguardo di un
sacerdote deve essere aperto per abbracciare pienamente tutto il
contenuto di una traversia, di una disgrazia, per vedere gli
uomini, quali sono, per sapere quali siano le circostanze e
quali i rapporti, e quali esigenze devono venire assolutamente
prese in considerazione, (questo comportamento corretto deve
però tenersi libero da tutto ciò che può offuscarlo, impedirlo e
distrarlo);
• se nella malaugurata e non creduta ipotesi che ognuno del
Clero, informato dei fatti, si rendesse assente, irreperibile,
nascondendosi, acconsentendo ai maltrattamenti verso chi, come
abbiamo visto, è malato grave e disabile grave, al limite
potrebbe perfino fare sembrare che Dio non esiste più di fatto
nei loro cuori, nella loro mente, nel loro ambiente;
• il vero rapporto morale con la gente è qualcosa di immenso e
giunge fino a Dio;
• c’è qualcosa di inesprimibile e grande, senza essere preti,
nella consapevolezza di essere dei veri ambasciatori del bene e
quindi anche come esecutori della Sacra Missione di Dio;
• se noi tutti abbiamo sul serio una religione luminosa, dolce,
sincera, leale, a maggior ragione, dovremmo vedere la stessa
cosa nei servi di Dio, tanto da vedere cercare di dominare il
male, che oggi sempre più dilaga anche nei poteri economici e in
quelli politici;
• se oggi il Dio che si mostra è il denaro, con collegata la
superbia sia del potere politico che di quello economico, che
senso ha il sentire parlare certi soggetti di religione e di
Dio?
• tutto ciò è accaduto anche se l’Esponente aveva manifestato la
simpatia e ferma volontà di potere andare definitivamente e
solamente alla Caritas di Tolmezzo, per risparmiarsi
umiliazioni, maltrattamenti e derisioni per il fatto di vedersi
sempre offrire degli alimenti che lei non può ingerire, perché
come cibo risulta intollerante: il risultato come abbiamo visto,
è stato allucinante;
• Ogni volta dal Servizio Caritas di Villa Santina l’Esponente
si sente sempre dire che mancano pasta e biscotti senza glutine,
che spesso manca l’olio, manca perfino il caffè (prodotto che
funge anche da cardiotonico), manca il sapone per la lavatrice e
infine per esempio, con un paio di scatolette piccole (tonno e
carne), una scatoletta di pomodori, una di piselli e qualche
piccola patata della grandezza che somiglia più a quella delle
noci e con anche qualche mela, per l’Esponente l’aiuto per una
settimana intera è più o meno concluso;
• La Nigris, presa da sbalordimento e profondo sconforto, si è
rivolta anche all’Assistente sociale dell’Alto Friuli di
Tolmezzo per avere un rimborso delle spese di viaggio e
soggiorno a Milano per controllo e monitoraggio delle diverse
terapie farmacologiche salvavita per la malattia rara di Behcet
che coinvolge parecchi organi del corpo e per avere una migliore
qualità della vita con un sempre ottimo aggiornamento delle cure
mediche, ma per tutta risposta anche dall’assistente sociale
l’Esponente è stata perfino derisa con sarcasmo, pure davanti
all’accompagnatore con la seguente espressione: “lei non ha
bisogno di aiuto, i soldi li ha”;
• vi è di più, difatti altrettanto inqualificabile è il
riscontro che l’assistente sociale dei Servizi sociali di
Tolmezzo che hanno preso in carico la Nigris da anni, allo stato
attuale, è da quasi un anno che è completamente sparita (sia lei
che qualsiasi sua sostituta), senza mai offrire una parola di
conforto e senza mai chiedere all’Esponente che non ha né
familiari né parenti vicini, come sta, se ha bisogno di qualcosa
o di altro. Questo accade sistematicamente come se contro la
stessa ci fosse avversione, rigetto e intolleranza nello
svolgimento deontologico del proprio ruolo e dei doveri di
assistente sociale;
• altro maltrattamento la comparente lo ha più di una volta
subito da un vigile della Polizia Municipale di Villa Santina,
ma per questo per brevità si veda la cronaca documentata al
seguente link:
http://carniaeombre.altervista.org/carnia_e_disabili.html
• inoltre, a causa dei maltrattamenti e derisioni da parte di
terzi, l’Esponente ha accertato la contrazione di una propria
forma di sconcerto di essere moralmente giù di tono e con
disgusto e abbattimento morale, perché non vengono a sufficienza
considerate le sue primarie necessità per vivere una vita
dignitosa e potersi curare con la meritata serenità;
• in tutta questa fase di ingiustizie manifeste, anche se
mostrate diverse da persona a persona, può essere oltremodo
utile riflettere sulle esperienze di rifiuto e di derisione,
anche solo sentendosi dire con canzonatura: “lei non ha
bisogno”;
• una espressione che a chi ha perfino una parte della pensione
pignorata, pesa come un macigno; è come se la vittima
dell’eccesso di potere, deve essere degradata nel diritto, nella
dignità, affinché le malvagità e le falsità possano potersi
nascondere meglio: è una spiegazione non priva di logica, ma che
nella fattispecie grida seriamente giustizia al cielo;
• ciò si spiega con l’intento legislativo di perseguire, in ogni
caso, il particolare contenuto di disvalore morale e sociale
della condotta di maltrattamento e derisione verso chi si trova
indifeso e in situazioni di inferiorità per la sofferenza di
essere portatrice di handicap e di patologie multiple;
• se le cose stanno così, se non c’è rispetto neppure per chi è
un soggetto, solo, ammalato grave e disabile grave, se non
vogliamo che tutto, ma proprio tutto il progresso e la civiltà
vadano perdute, il compito morale, non è quello dell’inerzia,
quello di fingere di non sapere, quello di nascondersi dinnanzi
ai problemi che non ci toccano, ma consiste nello sviluppo della
fantasia morale fino al punto di vincere e superare il
“dislivello” e di adeguare la capacità e l’elasticità della
nostra sensibilità intellettuale alle dimensioni della grandezza
dei problemi dei nostri connazionali e non solo;
• in questo ultimo punto, indipendentemente dalla nozione legale
o giuridica della incapacità di poter essere autosufficiente, i
soggetti che praticano gli eccessi di potere, forti del fatto
che hanno davanti una persona più debole, in quanto cagionevole
in salute ( e quindi ci si può facilmente arrogare il diritto di
potere maltrattare il soggetto) dovrebbero essere fermati in
primo luogo da chi si dichiara servo di Dio, ma, come abbiamo
visto, ci siamo trovati negli antipodi della cristianità;
• l’Esponente ritiene che sia di estrema importanza il porre
l’accento sugli aspetti di ordine metodologico, ossia modificare
un assetto cancrenoso, stabilizzato da tempo che non significa
infatti solo cambiare una vecchia cornice, bensì avere il
coraggio, che oggi a troppi manca, di entrare nel vivo dei
problemi, di ordine relazionale con i propri connazionali;
• anche il “sacerdote” di Villa Santina (che in Basilica di
Sant’Antonio a Padova, un frate ha detto che lui (il sacerdote
suddetto), dice che è un sacerdote ma invece dovrebbe dire che è
un frate dell’Ordine della Basilica anzidetta). Il fatto che sia
vero oppure no, sono comunque affari suoi. A prescindere,
comunque c’è però da dire che da anni non va neppure a benedire
la casa della Comparente nel periodo natalizio, come se la
stessa signora Nigris non esistesse in paese (questi comunque
non sono solo affari suoi). Quesito: anche questo comportamento
enigmatico fa parte della Carità cristiana e della Divina
Provvidenza?
Chiede:
• che l’Esponente non venga più maltrattata e derisa perfino con
la vergognosa espressione che essa non ha bisogno di aiuto,
perché questo falso attributo si trova in radicale contrasto con
la verità sostanziale della stessa;
• di non essere ancora maltrattata a causa della estrema
necessità di dovere chiedere degli alimenti;
• di
potere usufruire del servizio della Caritas di un altro paese
vicino a Villa Santina,
ove né il suddetto sacerdote, né la moglie del Sindaco in veste
di referente operativa responsabile (unitamente alle sue due
asserite aiutanti omologhe, che è stato detto essere loro
le persone in tale veste responsabili materiali nella
distribuzione delle derrate che distribuisce la Caritas di Villa
Santina), abbiano la possibilità di esercitare o verosimilmente
fare praticare anche ad altri condizioni legate ad asserita
penuria alimentare sopra menzionate e quindi dalla scrivente
patite e sopra descritte. Sorprende parecchio e fa riflettere
anche il fatto che da fonte autorevole certa si è saputo che la
Caritas della Carnia miracolosamente non ha problemi impeditiviper
pagare i ticket delle medicine agli extracomunitari e il
pagamento viene praticato e assicurato, ma non ci sono i
sufficienti fondi per aiutare una cittadina italiana, donna sola, contribuente da una
vita, ammalata e disabile grave di una malattia rara (malattia
di Behcet) anche solo con un più equo aiuto alimentare. Lampante, pratica e più
eloquente la vera spiegazione: indisposizione insolente verso
l’esponente.
Con rispettosi saluti.
Nigris Giovanna
Villa Santina, 2 settembre 2016
P.S. Se il caso clinico, sotto l’aspetto delle malattie elencate
in epigrafe, creasse dei dubbi, l’Esponente per la massima
chiarezza, fornisce il nominativo del medico di base dell’A.S.S.,
persona che si è sempre dimostrata correttissima con
l’Esponente, sia come medico sia come uomo. Nominativo: Dott.
... Omssis