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INTRODUZIONE

Scritto da Giacomo Montana

 

La prova documentale dei riscontri oggettivi di quanto patito, osservato e informato dalla signora Giovanna Nigris, in merito, come si vedrà, alla esaminata e contestata risposta formale della USSL di Tolmezzo, si può inconfutabilmente vederne il completo contenuto, in quanto è pubblicata subito dopo la stessa nota qui sottostante, inviata all'attenzione del signor Prefetto di Udine per lo stesso grave motivo in data 12-11-2012. A tutt'oggi la signora Nigris non ha ricevuto alcuna risposta e l’abbandono che la stessa signora disabile è stato posto in essere continua pacificamente.



-  Lettera al Prefetto di Udine del 12-11-2012

-  Lettera dei Sevizi Sociali del 27-02-2012



IL VALORE SOCIALE DELLA VERITA'



Francamente ritengo grave il fatto di porre apertamente in essere l’abbandono di persone laddove sono incapaci ad essere autosufficienti e ancor più grave è quando viene reso noto il fenomeno specifico, e contestualmente viene ancora per mesi pacificamente lasciato un soggetto “debole” vittima di abbandono.
Tale atto è riprovevole, sia perché viene continuamente consumato il delitto sotto gli occhi di qualcuno, sia perché le persone deputate a sovraintendere e intervenire, per un tempo più o meno lungo, fingono di fatto di non vedere o sapere.
Il Legislatore ha inteso porre rimedio al comportamento lesivo che in tale contesto produca l’abbandono, classificando tale azione col nome specifico di abbandono di persone minori o incapaci e facendo punire tale condotta ai sensi e per gli effetti dell’articolo 591 del codice penale.
Detto articolo sanziona la condotta dell’abbandono testualmente con lo spirito di base di comprendere: “Chiunque abbandona una persona minore degli anni quattordici, ovvero una persona incapace, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia, o per altra causa, di provvedere a sé stessa, e della quale abbia la custodia o debba averne cura”.
A questo punto mi domando cosa si può pensare in tale circostanza, se di fronte al fatto di individuare il bene giuridico oggetto della disciplina, posto nell'interesse alla tutela della vita e dell’integrità fisica dell’incapace, la condotta dell’abbandono viene tollerata ugualmente, proprio anche da coloro che percepiscono uno stipendio dallo Stato, proprio anche per proteggere le persone più deboli.
Questa è solo una semplice domanda alla quale ognuno, se vuole, è padrone di ragionarci sopra. Lasciando senza protezione l’incolumità di chi sia lasciato esposto a fattori di rischio, qualcuno deve pur intervenire in aiuto della persona debole che, come assistenza ,viene lasciata senza custodia e relativa cura e pertanto così abbandonata.
Nell'ambito di un vero progresso storico, personale-sociale, culturale, nulla deve essere lasciato indietro, se non si vuole nuotare in un mare di indifferenza, di finzione e di ipocrisia. Troppe volte si ode parlare attraverso i media di buone intenzioni di qualcuno di volere facilitare il corso del progresso, ma quando ci si trova di fronte a tante gravi realtà di violenza, emarginazione, discriminazione e abbandono di persone deboli, si vede tutto sotto una più vera luce: non si vedono lasciare le “vecchie strutture” le “vecchie abitudini” e le vecchie penose e crudeli realtà.
Capisci così che sono sempre troppi coloro che di fatto per un motivo o per l’altro, non intendono affatto migliorare la società e non intendono affatto dare un concreto contributo anche pagando di persona. Ciò succede quando molto passivamente non si pone l’uomo all'attenzione per quello che è ma per quello che possiede.



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